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LA MANCANZA DI EMPATIA TRA GENITORI E FIGLI

In questa società che si definisce fluida, oggi è necessario avere quanto più possibile empatia verso gli altri.
La funzione genitoriale è posta al centro dei processi di cambiamento della società attuale. La famiglia cambia, si trasforma, si allarga, cresce. Per cui c’è più bisogno di condizioni che favoriscano le situazioni empatiche all’interno dei nuclei familiari.

Ma siamo sicuri di conoscere fino in fondo il termine empatia? Ossia la capacità di porsi in maniera immediata nello stato d’animo o nella situazione di un’altra persona, con nessuna o scarsa partecipazione emotiva.

È il caso del ruolo del genitore. Non è che oggi si affronta questo ruolo con troppa emotività? Può essere questo, il motivo della crisi della scuola. I ragazzi compiono percorsi scolastici tortuosi, spesso sono in difficoltà e fanno fatica a superare gli ostacoli che dovrebbero essere considerati di routine. Forse perché la società globale è figlia dei social, e quindi di un individualismo sfrenato che mette in evidenza l’apparire di tanti ragazzi, ma anche di troppi genitori, che di conseguenza perdono l’essere. Si dimenticano, non tanto del chi sono, ma di quello che dovrebbero rappresentare per i loro figli. Può essere dunque che l’eccessivo apparire in generale, sviluppa in modo eccessivo una emotività talvolta immotivata, da scatenare le reazioni più disparate al cospetto di professori e presidi, nelle scuole. O anche nei confronti di dottori ed infermieri nei presidi ospedalieri. L’elenco sarebbe lungo, ma bastano questi esempi a sottolineare la linea di egoismo che lega genitori e figli e crea al contempo una società ignorante. Nel senso che ignora l’altro. Non si interessa della vita altrui, concentrati come si è, su se stessi.

Paolo Crepet ha rilasciato un’intervista a Il Gazzettino in cui esprime la sua opinione sul presunto omicidio dei due neonati commesso da Chiara Petrolini.
Secondo Crepet, i genitori della ragazza “non lo sapevano o fanno finta di non saperlo”.
Lo psichiatra sostiene che i genitori non hanno la più pallida idea di cosa vuol dire educare e che il rapporto tra genitori e figli è morto.

Per Crepet la Petrolini avrebbe potuto continuare a uccidere se non fosse stata scoperta.
Crepet sostiene che la Petrolini è una serial killer e che la sua forma mentis è simile a quella di Impagnatiello, il ragazzo che ha ammazzato la fidanzata incinta.

Lo psichiatra critica anche l’atteggiamento dei genitori della ragazza. “Questi genitori, evidentemente, non hanno la più pallida idea di cosa vuol dire educare”, dice Crepet.

Crepet conclude che l’azione della ragazza è il risultato di un’assenza di regole familiari e di empatia.

Quella empatia, una società che ha la pretesa di emanciparsi, di rinnovarsi coi tempi, ha il dovere, oltre alla necessità, di prendere sul serio in considerazione. Altrimenti la gioventù rischia di andare fuori controllo.
E a Molfetta, ma non solo, si è avuto un chiaro segnale.
Riflettere è più che un dovere.

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