Molti giornalisti vorrebbero farci credere che è ancora possibile vendere la fontana di Trevi ad un newyorkese, magari di origine italiana. È luogo comune che
basta la più stupida delle battute, per costringerli a tenersi la pancia dalle risate.
In queste ore, le grandi firme, stanno edificando analisi monumentali sugli esiti di un sondaggio scientificamente molto discutibile, vedrebbe Kamala Harris uno o due punti su Trump.
In primo luogo, la legge elettorale degli Stati Uniti è molto diversa dalla nostra. Da loro, non è tanto importante la quantità di voti acquisiti, quanto da quali Stati provengono.
Poi ci sono valutazioni di carattere programmatico. Dall’emigrazione all’aborto, dal rapporto con le minoranze alla guerra, dall’ambiente alle fonti di energia, di Donald Trump sappiamo tutto. E su questi argomenti, come la pensa Kamala Harris? Non lo sa nessuno!
Dunque, se diventasse presidente, con un programma ancora da elaborare, accadrebbe per ragioni che hanno poco a che vedere con gli interessi degli americani. sarebbe votata per fare dispetto a Trump, perché è donna, non ha mai rotto le scatole a nessuno, ed è sempre stata utile solo a Wall Street.
E il caro vita, la benzina alle stelle, l’inflazione, il confronto con gli arrembanti Paesi BRICS, l’Ucraina, le invasioni barbariche dal Messico, chi dovrebbe risolvere questi problemi?
Lasciare tutto per aria, sarebbe davvero roba da moccoloni…
L’opus

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