di Maria Caravella
Chissà quanti in tempi di vacche magre rinuncerebbero alle vacanze, è un dilemma molto attuale visto il caro bollette, i venti di guerra che non tendono ad attenuarsi e l’inflazione che incalza sempre di più. Ma come tutti sappiamo la storia si ripete e anche il caro Goldoni aveva trattato questo argomento ne LE SMANIE PER LA VILLEGGIATURA in in una divertente commedia in cui la borghesia del tempo tra debiti e desiderio di evadere cercava a tutti i costi di far prevalere l’apparire pur di non rinunciare alla tradizionale villeggiatura. A rendere attuale la performance goldoniana ci ha pensato il talentuoso Paolo Panaro con la messa in scena di questa famosa opera di Goldoni in un adattamento alquanto originale ma sostanzialmente legato alla tradizione della rappresentazione classica dello stesso Goldoni sia nella scenografia sia nei costumi, abilmente realizzati da Francesco Ceo.
Dal 13 ottobre al 6 novembre 2022 numerose sono state le recite dello spettacolo «Le smanie per la villeggiatura», la commedia di Carlo Goldoni riletta da Paolo Panaro accostandola ad una lettura in chiave contemporanea che la Compagnia Diaghilev ha riproposta con grande successo per la stagione 2022-2023 «Teatro Studio» nell’Auditorium Vallisa di Bari.
Pur essendo un Testo del 1761 incentrato sul desiderio della borghesia del tempo di apparire più altolocata di quanto non fosse nella realtà, nell’adattamento e nella regia di Paolo Panaro «Le smanie per la villeggiatura» pur restando una rappresentazione dallo stampo classico in tutti i suoi elementi formali, diventa per Panaro una descrizione delle crisi economica di tutti i tempi e del tenore di vita troppo al di sopra che i “finti ricchi” intendono manifestare oltre al tema della cattiva educazione dei figli, tanto attuale nel terzo Millennio.
L’azione si svolge nell’arco di una giornata, a Livorno, nelle dimore di Leonardo e Filippo, rappresentanti di un ceto borghese che vuole competere con i nobili e con i ricchi. Il primo atto si apre con i preparativi in casa di Leonardo. La partenza è fissata per la sera stessa, ma la sorella Vittoria protesta perché il suo «mariage», l’abito all’ultima moda, non sarà pronto per tempo. Loro ospite nella casa di campagna sarà anche l’amico Ferdinando, scroccone e pettegolo, ma ricercato nelle case di villeggiatura perché di buona compagnia. I due fratelli partiranno insieme al signor Filippo e a sua figlia Giacinta, di cui Leonardo è innamorato.
Goldoni presenta uno spaccato di vita borghese dell’epoca con caratteri ben delineati, situazioni e rapporti sociali, perbenismo e opportunismo, che nello spettacolo di Panaro si trasformano in una analogia con i vizi di tutte le società ed in particolare con quella attuale, molte scene richiamano, infatti, al nostro quotidiano, fatto di vezzi, finzione e menzogna. Perché come fa evincere Golgoni-Panaro siamo tutti vittime involontarie della costrizione delle mode, a prescindere dal sesso, dalla condizione sociale, dall’età, dalla professione e Goldoni sottolineava tutto ciò più di due secoli fa. Una messinscena di notevole qualità che ha coinvolto nell’evolversi delle numerose repliche un altrettanto numero di spettatori che ha apprezzato molto lo spettacolo rappresentato da un talentuoso cast, brioso, brillante e professionalmente preparato: Antonio Carella, Altea Chionna, Deianira Dragone, Carlo D’ursi, Alessandro Epifani, Francesco Lamacchia, Mario Lasorella, Paolo Panaro.