di Maria Caravella
Argomento di grande attualità, quello de Il Giuocatore che consente di proporre al pubblico un’analisi tragica e comica della ludopatia come fenomeno associativo, che accomuna la Venezia del ‘700 con l’Italia di oggi, passando per la New Orleans di fine ‘800 dove The House of the Rising Sun veniva cantata in versione maschile e femminile, a raccontare questa piaga sociale.
Goldoni autore molto attento alla realtà in cui viveva, capace di occhieggiare con quelli che venivano considerati pregi e difetti della società borghese, ne realizzò una commedia di grande pregio.
La nuova produzione della Compagnia del Sole con Il Giuocatore ha debuttato al Teatro Piccinni per la stagione di prosa 2022-23 del Comune di Bari in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese.
Lo spettacolo diretto da Marinella Anaclerio si avvale di scenografie minimal firmate da Pino Pipoli, poste in essere con tende e pannelli, integrati solo da un tavolo un divano e due poltrone, che all’occorrenza si muovono cercando di ricreare nuovi ambienti opportunamente curati dal disegno luci di Cristian Allegrini e i costumi di Simona De Castro, da cui si evince una scia di personaggi non lontani da quella che fu la concezione goldoniana ma facilmente attribuibili ad ogni periodo ed epoca storica.
Con questa pièce, Goldoni racconta la giornata, dall’alba al tramonto, di un giovane ludopatico, mettendone abilmente a nudo i meccanismi mentali e svelando processi e trappole in cui egli cade trascinando spesso con sé quanti lo circondano. Come in tutte le performance di Goldoni, si ride ma si comprende anche quanto il gioco d’azzardo sia una dipendenza pericolosa. Una realtà che ci tocca da vicino, considerando che nel 2021 in Italia, nel gioco d’azzardo son stati spesi 107miliardi di euro, di cui 6 in Puglia.
La Anaclerio nel riportare sul palcoscenico questa commedia, ripropone quelli che furono i propositi di Carlo Goldoni quando la scrisse nel 1750, anno della scommessa con il suo pubblico, di scrivere 16 commedie nuove.
Scommessa che vinse realizzando nel 1751 qualcosa di mai tentato prima. Il gioco per lui infatti, non era soltanto legato al danaro ma ad un sistema di vita. In ogni caso i tavoli del gioco d’azzardo li conosceva molto bene, come conosceva tutti i retrobottega e casinò ufficiali dove si facevano e disfacevano fortune.
Marinella Anaclerio spogliando il lavoro goldoniano dalle pompose scenografie, ne coglie l’ essenziale, puntando sul ruolo dei personaggi unici nel loro contesto, ma allo stesso tempo attribuibili ad ogni realtà storica in cui la ludopatia continua a rimanere un male da combattere. Un talentuoso cast composto da Flavio Albanese, Stella Addario, Antonella Carone, Patrizia Labianca, Loris Leoci, Tony Marzolla, Luigi Moretti, Dino Parrotta e Domenico Piscopo, ha contribuito a rendere possibile questa indovinata intuizione.
