Grande successo a Martina Franca per la cinquantesima edizione del Festival della Valle d’Itria. Un festival di grande valore e originalità, ammirato a livello internazionale. Come ogni anno numeroso il pubblico composto non solo da addetti ai lavori, provenienti da diverse nazioni, con tante presenze under 30. Il concerto di fine edizione, è rimasto in linea con l’originalità e la ricercatezza delle proposte che in ogni edizione il festival regala al suo affezionato pubblico.
Il filo conduttore è stato l’amore, visto in tutte le sue sfaccettature, soprattutto nelle opere liriche. I brani proposti intercalati da introduzioni recitate, hanno messo in risalto molti personaggi femminili di grande spicco, eroine del Melodramma.
Nell’anno delle celebrazioni dei 100 anni dalla morte di Giacomo Puccini, non poteva mancare nel programma uno dei duetti più belli mai composti: quello di Rodolfo e Mimì “O soave fanciulla”, da La Bohème. Si è voluta rigenerare ” la
Potenza della lirica, che continua ad appassionare generazioni di spettatori”.
A Palazzo Ducale di Martina Franca per il gran finale del 50° Festival della Valle d’Itria , il concerto “Madamina, il catalogo è questo. Il Belcanto piacere dei sensi”, ha realizzato il sold out.
Una serata fatta di parole e musica, graditissima al pubblico con le performance degli attori Massimiliano Gallo
e Noemi Gherrero su testi di Federico Vacalebre. Grande protagonista l’Orchestra della Magna Grecia diretta da Piero Romano e le talentuose voci di Claudia Urru, Saori Sugiyama, Zachary McCulloch e Alexander Ilvakhin.
Un omaggio autentico alla tradizione della lirica.
Piero Romano alla direzione dell’Orchestra della Magna Grecia, Massimiliano Gallo – volto noto in film e serie di successo, da “Imma Tataranni” a “I Bastardi di Pizzofalcone” – e l’attrice e presentatrice Noemi Gherrero, hanno narrato la figura femminile nell’opera, tra poesia, ardore e struggente passione.
Con il testo realizzato per l’occasione da Federico Vacalebre, giornalista, saggista, critico musicale, autore di libri, spettacoli e film (come il documentario su Napoli Passione di John Turturro), il concerto si è ispirato nel titolo all’opera Don Giovanni di Mozart, e all’aria in cui il servitore Leporello elenca a Donna Elvira, sedotta e abbandonata, il conteggio delle conquiste femminili di Don Giovanni.
“E’ stato intrapreso così un viaggio, emozionante, divertente e ironico ma anche serio, nella storia dei seduttori e delle sedotte dell’opera lirica;
degli intrighi, e di quegli amori come quello della Carmen di Bizet che si conclude con un femminicidio”. Nel gioco delle interpretazioni si cantano:“Tra gli amplessi in pochi istanti” (da Così fan tutte di Mozart), Figaro e Rosina duettano in “Dunque io son… tu non m’inganni” (dal Barbiere di Siviglia di Rossini), il Duca di Mantova intona “Bella figlia dell’amore” in uno dei più celebri quartetti d’opera lirica (da Rigoletto di Verdi) a L’elisir d’amore di Donizetti.
Il programma ha sicuramente proposto una panoramica tra le arie più celebri del bel canto.
Brani conosciuti e non, di grande impatto emotivo capaci di esternare ricami di un dialogo o soliloquio amoroso che si è incarnato nelle voci dei quattro importanti solisti.
di Maria Caravella