L’anatema Qatar
MIchel Platini, Joseph Blatter, Eva Kaili, Antonio Panzeri, un congruo numero di parenti e affini che contribuivano ai misfatti.
Personaggi eccellenti che hanno trascinato nello scandalo una imbarazzante quantità di Istituzioni: la Uefa, la Fifa, Parlamento e Consiglio europei, il Partito Socialista Europeo, Articolo uno, organizzazioni non governative e sindacati.
Tutto nell’orbita di una curiosa assonanza: la catarsi, la purificazione, meglio il tentativo di emersione, di un Paese ricchissimo ma che si sente immeritevole di qualunque considerazione internazionale.
Purtroppo però ci sono altri dati che, per gravità, sovrastano tutto ciò. I più elementari diritti umani e civili regolarmente calpestati, nonché 6500 operai morti, forse privi di ogni protezione: il prezzo pagato alle costruzioni che hanno ospitato il campionato.
Negli annali di calcio lo ricorderemo come una sfera di cuoio rotolata nel fango, il sangue e la corruzione: un flagello.
L’opus