Nella giornata di ieri, pochi minuti prima del fischio d’inizio della partita tra Torino ed Atalanta, 10mila tifosi granata si sono riuniti in corteo al di fuori dello stadio Grande Torino come segno di protesta nei confronti del presidente del club Urbano Cairo.
Un episodio parallelo a quanto avvenuto a Bari lo scorso 1 giugno, giornata in cui i tifosi biancorossi sono scesi in piazza per manifestare il proprio dissenso nei confronti della Multiproprietà.
Abbiamo contattato telefonicamente Carlo Alberto Depaoli, tifoso granata, appassionato di calcio, conduttore TV del programma “Calcio&Mercato” in onda dal 2018 al 2020 su GRP TV (rete locale piemontese) ed editorialista; ideatore e responsabile del canale social tematico “Calcio&Mercato Channel”.
Da dove nasce la contestazione dei tifosi del Toro prima della partita contro l’Atalanta disputatasi ieri allo stadio “Grande Torino”?
La contestazione di ieri nasce dalla gestione non ottimale del club da parte del Presidente Urbano Cairo che sta dimostrando quasi un disinteressamento non investendo come dovrebbe, ormai è il suo diciannovesimo anno di presidenza, sta per raggiungere il record dell’ultimo Presidente che ha vinto lo Scudetto nel 1976, Orfeo Pianelli. Ieri, dopo tanto tempo, si è vista la rabbia dei tifosi dopo la cessione di due pezzi da 90 e due pilastri della Nazionale Italiana, Alessandro Buongiorno al Napoli e Raoul Bellanova all’Atalanta incassando un tesoretto che ha riempito le casse della società, si parla in totale di 60 milioni. Entrambi, potevano essere il punto forte di questa stagione per poter ambire a delle posizioni alte in classifica e centrare concretamente l’accesso all’Europa League che manca dal 2018. In rete, poi, sono circolati dei video del patron Cairo che ha dichiarato tempo fa di non voler cedere Buongiorno e Bellanova: il risultato è stato opposto. Il tifosi giustamente si sono sentiti traditi per l’ennesima volta e hanno pensato di voler organizzare questa manifestazione di protesta.
La partita ha avuto esito positivo ed il Torino si è aggiudicato la vittoria per 2-1; il Presidente Cairo si è complimentato con la squadra ma ha espresso la sua amarezza nei confronti della contestazione. Secondo te potrebbe esserci un punto d’incontro tra tifosi e presidenza?
Partiamo dal fatto che ieri il patron Cairo non si è presentato allo stadio, già questo è un punto a suo sfavore perché se vuoi assumerti le responsabilità e confrontarti civilmente dovresti metterci la faccia anche solo con delle dichiarazioni alla stampa e alle televisioni, non serve di certo un post su Instagram per indorare la pillola. L’ultima contestazione pesante risale al lontano 2009, quando il Toro andò in B ed i tifosi lo avevano circondato in sala stampa di certo in maniera non pacifica, da lì a poco il Patron provò a vendere la società ma con esito negativo. Quella di ieri invece è stata una contestazione abbastanza leggera, forse perché come ho già detto il diretto interessato era assente. Certo è che se per anni ai tuoi tifosi dichiari un obiettivo che poi non raggiungi è normale che la piazza risponda con una contestazione. Non credo che si possa risolvere facilmente la questione a meno che, come chiedono i tifosi, il Presidente faccia un passo indietro e metta in vendita la società, cosa che ad oggi è assolutamente fuori luogo perché non c’è un acquirente valido se non qualche personaggio che salta fuori ogni tanto per farsi pubblicità e l’offerta viene prontamente rispedita al mittente. Se Cairo avesse intenzione di cedere, perchè a mio giudizio prima o poi succederà, ma sarà una cosa che non dipenderà sicuramente dai fatti degli ultimi giorni, mi auguro che il Toro finisca nelle mani di gente realmente interessata alla storia del Torino.
Cosa recrimini nella gestione del calciomercato?
Mancano ancora pochi giorni alla fine del calciomercato, ad oggi il mister Paolo Vanoli non ha la squadra completa, l’ha detto anche ieri post partita e mi sembra di vedere che il DS non stia facendo grandi manovre per aggiustare la squadra. L’unica soluzione sarebbe quella di fare il sacrificio di non cedere per un determinato periodo (almeno uno o due anni) i giocatori dal valore più elevato respingendo al mittente le offerte per poter fare un percorso di crescita significativo e portare il Toro ad alti livelli. L’ultimo allenatore che fece un percorso di crescita di questo tipo fu Gian Piero Ventura che seppe valorizzare giocatori che all’epoca sembravano poco promettenti e sappiamo poi come finì: il Toro dalla Serie B arrivò stabilmente nella parte sinistra della classifica fino all’accesso in Europa League nel 2015. Aggiungo inoltre che il calciomercato dovrebbe terminare nel giorno in cui inizia il campionato perché è assolutamente insensato vedere dei giocatori che la settimana precedente vestono una maglia e la settimana successiva ne vestono un’altra. Tanto per intenderci, Bellanova nella prima giornata di campionato era un giocatore del Torino titolare contro il Milan e nella seconda giornata poteva scendere in campo titolare contro il Torino e con la maglia dell’Atalanta addosso. Il bello o il brutto del calciomercato è anche questo.
La situazione che sta vivendo il toro è simile a quella della piazza di Bari: per i biancorossi un mercato estremamente scarno, tanti i reparti ancora da rinforzare ed un rapporto ai ferri corti con la presidenza. Il tifo organizzato nella giornata di ieri ha esposto, all’esterno dello stadio San Nicola, uno striscione chiaro e mirato nei confronti della famiglia De Laurentiis: “Una società senza monete, una storia che si ripete. Tirate fuori i rinforzi!”
Partiamo dal fatto che i tifosi hanno diritto di manifestare, chiaramente si spera sempre senza violenza, un po’ come è successo ieri a Torino, una manifestazione di dissenso nei confronti della proprietà. Stessa cosa deve avvenire a Bari perché il tifoso del Bari merita di più. La stagione scorsa c’è stata la salvezza ai playout in un clima molto teso, questo non deve essere l’obiettivo. Credo però molto nel lavoro di Moreno Longo, che a Torino è molto amato per la sua fede granata e per essere stato protagonista da subentrato a Walter Mazzarri nell’anno della pandemia: con qualche innesto in più potrebbe tranquillamente portare ad alti livelli il Bari, dipende tutto dalla proprietà che ad oggi non tira fuori i rinforzi tanto desiderati dalla piazza barese. Longo ha bisogno però di tempo, la sua mano non la si vede subito, spero davvero che in futuro non paghi lui per tutti e spero possa compiere il miracolo con la rosa che ha attualmente a disposizione.
Claudia Santoro