Bari: al Kismet con Venere / Adone, di Danilo Giuva, si parla d’AMORE

di Maria Caravella

Sul palcoscenico del Kismet un tavolo, un cavalletto con sopra un quadro raffigurante i personaggi mitologici di Venere e Adone, un microfono con l’asta: in scena Venere / Adone prodotto dalla Compagnia Licia Lanera | Teatri di Bari. Il talentuoso Danilo Giuva, ha dato incipit al suo monologo partendo dalla famosa opera di Shakespeare. Nella celebre composizione il drammaturgo inglese descrive le scaramucce amorose tra la intraprendente Venere e il refrattario e fuggitivo Adone. Con grande verve e affabulazione Giuva dirige la performance di cui è interprete su fatti d’amore, soprattutto sulla natura e sull’incapacità di stare con disinvoltura nella propria esperienza. Un lavoro che parla, anche di omosessualità, di cui Giuva non fa mistero. Le dinamiche dell’innamoramento ed il suo evolversi in percorsi amorosi sono sempre gli stessi, in ogni epoca e in ogni situazione per quanto rocambolesche possano apparire. Ha inteso parlarne riferendomi ad una esperienza del tutto personale, partendo dai primi momenti dell’innamoramento, “alla difficoltà di spiegarsi, alla fatica, alla lotta interna, all’incompiutezza, che spesso caratterizzano la maggior parte dei primi amori vissuti in questa condizione, al desiderio che resta quasi sempre inespresso”. Lo spettacolo che rientra nella Stagione 2021.22 ‘Tutto Cambia’ del Kismet, a cura di Teresa Ludovico, ha piacevolmente coinvolto il pubblico, che ha saputo cogliere l’ironia ma soprattutto il dramma interiore che Danilo Giuva con semplicità, disinvoltura e grande professionalità è riuscito a porgere. Al termine dello spettacolo, buona parte del pubblico si è fermato nel foyer del teatro per partecipare all’incontro con lo spettatore tenuto dal giornalista Pasquale Attolico, introdotto da Massimino De Febe. Attilico in una presentazione che ha coinvolto in modo interattivo il pubblico, ha intervistato l’interprete dello spettacolo Danilo Giuva, il quale ha spiegato al pubblico come è nata l’idea di questa messa in scena che parte dal contenuto della famosa opera di William Shakespeare per giungere in modo leggero e ironico a parlare dell’amore, anche di quello omosessuale, delle sue dinamiche. Perchè la vitalità di questo sentimento è sempre la stessa in qualsiasi epoca ed in qualsiasi situazione viene vissuto. Sottolinea Attolico: “E’ un’opera che invita a riflettere e a far riflettere”

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