Europa ma quanto ci costi?
Il 31 agosto del 1974 l’allora Presidente del Consiglio, Mariano Rumour, firmò un cambialone a favore del cancelliere tedesco Helmut Schmidt . Per quell’epoca la somma fu definita “da urlo“: 5 miliardi di lire. Offrimmo in garanzia alla Germania, 516 tonnellate d’oro in lingotti, un quarto dell’intera nostra riserva. Fummo costretti a contrarre quel maxi debito per far fronte alla crisi petrolifera, oggi ci stiamo indebitando per quella pandemica. Al momento della firma furono fissati tutti i criteri: i tempi e le modalità di rientro oltre che naturalmente gli interessi da riconoscere. Oggi, l’impegno che stiamo assumendo con il Next generation EU, è notevolmente diverso. Vero è che avremo un tempo molto più lungo per restituire il denaro che otterremo, però oggi come oggi non abbiamo la certezza di incassare tutti i 248 miliardi. Infatti, lì dove non dovessimo rispettare i condizionamenti di Bruxelles, sicuramente si chiuderebbero i rubinetti. Inoltre c’è un’altra questione che certamente non può essere definita un dettaglio. Stiamo andando incontro ad un debito quasi sconfinato senza sapere quanto ci costerà. Infine, a proposito di condizionamenti, stanno cominciando ad emergere le dolenti note.I giornaloni quest’oggi sono stati molto impegnati ad elogiare il presidente del consiglio Mario Draghi, non si sono accorti del rischio che stanno per correre gli italiani proprietari di un’abitazione (quasi il 70%). Saranno rivisti, per volontà dell’Europa, gli estimi catastali.Non c’è da farsi illusioni: sarà una vera patrimoniale, altro che stangata!
L’opus

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