La guerra ha sempre molti aspetti dolorosi, tante storie di vittime inermi di folli megalomani che sacrificano vite altrui in nome dei propri assurdi interessi economici.
Fortunatamente, in mezzo alla sofferenza, sembra ci sia ancora spazio per racconti di grande amore, in questo caso di amore verso gli animali. Si, ad alcuni può sembrare assurdo, ma sono tantissimi i profughi ucraini che fuggono dalla guerra con i propri piccoli amici; sono disposti a lasciare le loro case, tutti i loro beni spesso ottenuti a prezzo di grandi sacrifici, ma non i propri animali domestici.
Sin dai primi giorni del conflitto, hanno fatto il giro del mondo le immagini dei profughi che cercavano di lasciare il paese con i loro cani e gatti portati nei trasportini, in braccio e persino sulle spalle. Come Lisa, una programmatrice informatica trentacinquenne di Kiev, che per raggiungere la salvezza in Polonia, ha percorso svariati chilometri a piedi con il suo pastore tedesco sulle spalle, perché troppo anziano per camminare così a lungo; «ho fermato alcune auto e ho chiesto aiuto, ma tutti si sono rifiutati di caricarlo; anzi, ci hanno consigliato di lasciare i cani. Ma loro fanno parte della nostra famiglia. Il mio cane ha vissuto tutti i momenti felici e tristi con noi», ha dichiarato la donna una volta in salvo.
Di storie ce ne sono tante, come quella della signora di 96 anni in fuga con pochi abiti e il suo gatto, o quella della donna scappata con i suoi cani, che ha portato in salvo altri 12 randagi trovati sul cammino.
C’è poi chi rinunciato a fuggire per amore degli amici a quattro zampe.
Ha avuto grande eco la storia di Sasha, una pensionata che ha deciso di rimanere a Kherson, nell’Ucraina meridionale, per non abbandonare il suo amato cane e aiutare altri animali in difficoltà; suo figlio l’ha trovata morta nella sua casa colpita da un razzo nei primi giorni del conflitto.
E mentre scorrono in tv le immagini dei reportage televisivi che raccontano il dramma dei tanti abitanti rimasti nel paese sotto attacco, colpisce la tenera e rassicurante presenza di cani e gatti, in compagnia dei loro amici umani nascosti nei rifugi in attesa che termini il coprifuoco.
Lascia davvero stupiti, e suscita ammirazione, l’esigenza degli ucraini di conservare, anche nel dramma, la propria umanità e il loro bisogno di porsi in salvo senza sacrificare chi è sempre stato al loro fianco.

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