Lunghe ombre sulla giustizia italiana.
Avete fatto caso agli eventi che si sono concentrati nelle ultime ore?
Cominciamo dalla tragedia della funivia di Stresa. Sta facendo discutere la decisione del Gip del tribunale di Verbania che ha annullato gli arresti decisi dalla procura.
Andiamo alla Corte d’Assise di Taranto. Le pesanti sentenze (primo grado) sull’ex Ilva stanno facendo tremare i palazzi della finanza e quelli della politica.
Giovanni Brusca, l’uomo che usò il telecomando facendo saltare in aria Falcone, la sua compagna e la scorta, ha scontato la pena. Dopo 25 anni di detenzione di fatto può ritenersi un uomo libero.
Il sindaco di Lodi, dopo una lunga odissea vissuta nelle aule dei tribunali, è stato assolto. Sul suo arresto i giustizialisti si scatenarono. In questi giorni il mea culpa di Gigino Di Maio:
“Confesso di essere stato estremamente ingiusto”.

Proprio in queste ore sul Corriere della Sera e poi (in replica sulla 7) Milena Gabanelli ha presentato un data room piuttosto clamoroso sui magistrati che hanno commesso reati.
In tutto ciò l’Europa minaccia di non darci danaro se non riformiamo la Giustizia. Abbiamo una Guardasigilli che non può definirsi un fulmine di guerra. In questo contesto le forze politiche sono separate tra giustizialisti strenui difensori delle toghe e garantisti a prescindere.

Nella storia della nostra Repubblica non c’è mai stato un momento tanto incerto. Non abbiamo mai nutrito tanta sfiducia nei confronti dei magistrati.
L’opus

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