Quello che sta accadendo da martedì 16  in Emilia Romagna, è il finimondo. 14 fiumi sono esondati, inondazioni dapprima a Cesena Faenza e Forlì ma ora si contano fino a 42 comuni coinvolti. Al momento  18.500 persone sono senza elettricità, ci sono oltre 10000 sfollati e si contano attualmente 14 morti e un disperso

La macchina dei soccorsi è impegnata da ore nelle attività di recupero di gente sui tetti, bloccata senza via di fuga nei paesi invasi dalle acque miste a terra , salvati ogni minuto anziani adulti e bambini.
Sono crollate diverse strade a causa delle frane avvenute in collina.

Un disastro annunciato dalle condizioni meteorologiche avverse previste. Un disastro  che gli esperti ritengono si ripeterà ancora e con forte intensità. Chi ha assistito impotente alle immagini di devastazione, è oggi impegnato nelle  conta dei danni,  la disperazione per le perdite economiche subite,  per la vista delle abitazioni sventrate dall’ acqua e la  perdita improvvisa dei  ricordi, frutto dei sacrifici di una vita,  tangibile sui volti dei cittadini.

Il Presidente della Regione Emilia Romagna Bonaccini prevede due miliardi di danni .
I climatologi avvertono che  non si tratta di banale maltempo, ma di perturbazioni violente frutto della crisi climatica che riguarda in particolare l’Europa. Sono gli oceani ad accumulare,  a causa dell’aumento delle temperature marine e dei gas serra  grandi quantità di calore che all’impatto con l’atmosfera creano dei piccoli cicloni extratropicali . Il  conseguente  riversamento di acqua in quantità smodata sulla superficie terrestre arida a causa  della grave  siccità che investe i paesi europei negli ultimi tempi,  comporta il mancato assorbimento della stessa con difficoltà di filtrazione  che  favorisce  l’allagamento.

C’è pertanto una concomitanza di eventi: uno è dovuto  alla crisi climatica ma l’altro è alla  mancanza di attenzione e manutenzione dei territori, la gestione dei fiumi, torrenti, dei terreni abbandonati all’incuria.

In Italia il rischio idrogeologico è una tematica che riguarda il 90% delle regioni, l’Emilia Romagna è da sempre a rischio frane ed esondazioni poiché è il territorio stesso che presenta determinate caratteristiche e richiede maggiori accortezze, un esempio potrebbe essere il rafforzamento dei magini e la pulizia degli alvei.

Pertanto, alla luce dell’allarme crisi climatica tutti dovrebbero prendere precauzioni in merito onde evitare il ripetersi di una catastrofe simile, se vogliamo, annunciata da tempo.

Innumerevoli le  richieste di aiuto da parte della popolazione che hanno richiamato decine e decine di volontari da tutta Italia, che hanno salvato in queste ore ogni specie di essere vivente.

Task-force degli animalisti che hanno creato una rete di aiuti a sostegno dei rifugi ma soprattutto di allevamenti di animali, fattorie, e bestiame legato nelle stalle.

Come sempre la retorica infinita delle accuse ristagna senza produrre frutti ciò che balza agli occhi è la volontà di cooperazione e solidarietà del popolo italiano che si dirama in ogni direzione senza se e senza ma.

Viviana Miccolis

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