Rione Fossi

Tra i borghi ormai abbandonati della Puglia, cosiddetti paesi fantasma, uno dei più interessanti e rappresentativi è senza dubbio il Rione Fossi di Accadia, conosciuto anticamente anche col nome di Rione dei Greci e fu ammesso alla provincia di Foggia solo nel 1927.

Trattasi di un borgo daunio (Dauni, nome dato dai Greci agli abitanti della Puglia settentrionale tra l’Ofanto e il Fortore). Il Rione Fossi, situato tra i monti della Daunia a 650 m s.l.m. ha origini molto antiche, composto da antiche abitazioni e da un mosaico di grotte alcune risalienti addirittura alla preistoria.

La parte più antica del Rione Fossi si sviluppa sul versante roccioso, con case scavate nella roccia come quelle che sorgono tra i caratteristici Sassi di Matera.

Il nome deriva da un errore proveniente direttamente dalla tradizione di Fossa Agroecorum, ovvero Fossa degli Orfici (eremiti), pare che gli abitanti del posto erano così asociali, da preferire di vivere nelle grotte piuttosto che vivere a contatto con la restante comunità.

Durante il dominio romano, tutto il borgo iniziò poi ad essere impreziosito dai templi, motivo per il quale durante tutto il medioevo per difendere i numerosi tesori custoditi all’interno delle strutture romane fu costruita una roccaforte.

Le abitazioni, separate da stradine selciate e da vicoli tortuosi che donano una caratteristica forma a chiocciola, sono tutte raccolte intorno alla monumentale chiesa di età bizantina e dedicata ai Santi Pietro e Paolo.

Nel surreale silenzio una visita all’interno del Rione Fossi permette di ammirare i resti del palazzo ducale e la piazzetta dedicata al cancelliere Ranuzzio Zannella, eroico difensore di Accadia durante l’assedio del 1492, durato ben 19 giorni.

La civiltà fiorente del Rione Fossi, finì nel 1930 quando un fortissimo terremoto spinse tutti gli abitanti del quartiere a spostarsi verso la zona più bassa della collina, luogo nel quale si è sviluppata la città di Accadia attorno al tempio in onore della dea Eca (Acca Dia, da cui il nome).

Da visitare sono diversi siti naturali di grande interesse turistico, tra cui vanno certamente citati il Bosco Paduli e le Gole Pietra di Punta che si presentano come due pareti di roccia calcarea ripide e bianchissime e vengono fuori dalla vallata del Torrente Frugno.

E’possibile ammirare pioppi, salici piangenti e diverse specie di orchidee e riguardo la fauna, le Gole di Accadia sono l’habitat naturale di sparvieri, picchi, passeri solitari, tassi e cinghiali.

Da gustare piatti e ricette della tradizione, a base di asparagi selvatici, agnello, senza dimenticare gli affettati locali e gli ossetti, tipici biscotti pugliesi alle mandorle, formaggi di capra, ricotta, canestrato, caciocavallo e i vini inebrianti intensi e corposi, come il Nero di Troia e l’Aleatico.

Dulcis in fundo qualche proposta di piatti tipici della cucina contadina con ingredienti e condimenti di origine locale di cibi e sapori che la tradizione culinaria di Accadia propone.

Primi piatti: laghn’ e fasul’ (tagliolini con fagioli); pizzott’ e tall’ (rombi di pasta a mano con talli di zucca); gnoct’ e acc’ (gnocchi e sedano); gnoct’ a ott’ descta c’ la mullica fritta (gnocchi cavati con otto dita con mollica fritta).

Secondi piatti e contorni:ciambotta (misto  di melanzane, patatepeperoni, pomodori e cipolle);

patat’ a’ la munacennia (patate lesse condite con olioaglio e peperoncino); A Pasqua Lu cas’ e ova

(formaggiouovaagnello, cotto in forno).

Dolci: pastarell’, tarall’, scallatill’; A Natale Susumill’, crspell’e piccilatill’; A Pasqua squarcelle e pizz’calzon’.

Da Bari 1 ora 41 min (143,9 km) A14/A16/E842. Agli interessati buon appetito.

Giuseppe Femiano

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