Speranza meglio di Johnson.
Il premier conservatore britannico Boris Johnson, a gennaio mentre a Londra si contavano 500 decessi al giorno, stupì tutti presentando il suo programma: a marzo riaprirò le scuole, ad aprile pub ristoranti bar, a maggio tutti in libera uscita compreso teatri cinema palestre piscine. Non solo sta rispettando pedissequamente il suo sorprendente programma, ma aggiunto un paio di cose che hanno messo al tappeto tutti i primi ministri di Europa. Da giugno in poi tamponi gratis a tutti, a settembre con l’aiuto scientifico degli studiosi di AstraZeneca, un maxi richiamo per coprire tutte le eventuali varianti. Roba da fantascienza, difficile dire se Johnson si è affidato più al suo intuito, al lato B o agli studiosi. Nei fatti però ormai è un punto di riferimento positivo, lo si voglia o no.
E noi? Ci siamo affidati alla speranza, qualche volta con la s minuscola e qualche volta a quella con la S maiuscola. Il nostro ministro della salute però, è un uomo attento alla tradizione; si affida alla saggezza popolare, agli adagi, ai proverbi tramandati di padre in figlio. Ecco la prova. Aprile non ti scoprire. Maggio fallo adagio. A giugno libera il pugno. Su quest’ultimo una annotazione: nelle nostre campagne, dicono pure “a giugno la falce in pugno”. Un motto particolarmente apprezzato in certi ambienti.
L’opus

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