di Maria Caravella

Chi ha paura di Virginia Woolf? il capolavoro di Albee riletto da Latella con due straordinari Sonia Bergamasco e Vinicio Marchioni sarà in scena fino al 26 febbraio al teatro  Piccini di Bari. Più di due ore di incalzante kermesse, che hanno tenuto gli spettatori con gli occhi incollati alla scena senza mai distrarsi.
Una performance di grande rispetto in cui viene riprodotta  l’America degli Anni 60. Nel dramma di Edward Albee,  viene rappresenta la frantumazione di una coppia borghese afflitta dall’alcool e dalle terribili menzogne.
Martha (Sonia Bergamasco) e George (Vinicio Marchioni) sono coniugi di mezza età. Lui insegna all’università, lei è la figlia del rettore. Questa situazione parentale già a priori amplifica il fallimento di George.  In piena notte Martha e George invitano a casa Nick (Ludovico Fededegni), un giovane collega di George, e sua moglie Honey (Paola Giannini) che saranno costretti ad assistere alla lacerazione della coppia, in un gioco al massacro. Un intrattenimento che prevede bugie e segreti rivelati, dove c’è un quinto personaggio “evocato”: il figlio appena divenuto maggiorenne di Martha e George, che al termine del dramma si scoprirà mai esistito.
A tutto questo si aggiunge la ricerca spasmodica da parte di George del tradimento di Martha con l’ospite, nel mentre compare una pistola che passa di mano in mano fino a sparare a salve. Nell’intero dramma una prorompente tensione erotica contribuisce alla famelica  distruzione dell’altro, ma anche alla propria.
Il regista Antonio Latella, da sempre attento ai romanzieri americani, ha  inteso esaltare al massimo l’intento  maniacale dell’autore nel voler dare alla drammaturgia la ritmica di un  processo intenzionalmente voluto.
Un testo realistico, che diventa allucinato per la potenza del linguaggio, e le vertiginose risate che divorano e fagocitano i protagonisti. Albee,  applica una sua personale lente di ingrandimento e parallelamente intende mostrare come il linguaggio può divenire un’arma efferata per attaccare e ridurre a brandelli l’involucro che ognuno di noi costruisce per proteggere e nascondere se stesso e le proprie debolezze.
Molti critici sostengono che il titolo è solo un gioco ironico, una canzoncina che la protagonista diffondere per tutto il testo, che riprende una melodia infantile, e non solo, “Who’s Afraid of the big bad Wolf?” ovvero: “Chi ha paura del lupo cattivo?”.
Edward Albee, sostituisce la parola “lupo” con una delle figure intellettuali più importanti ed emblematiche del novecento, “Virginia Woolf”.
Di grande impatto emotivo le performance attoriali del talentuoso cast, che ha brillantemente realizzato attraverso una continua accelerazione di toni grande tensione nel pubblico. Sulla scena infatti le risate irrompono a volte volutamente fastidiose, per sostenere l’intensità del ruolo.
Al termine energici e convinti sono stati gli applausi dei numerosi spettatori presenti a Teatro.

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