di Maria Caravella

Al museo Pino Pascali di Polignano a mare un importante debutto, la prima nazionale  della rassegna di danza internazionale «Esplorare 2023», con la direzione artistica di Domenico Iannone e l’organizzazione della Compagnia AltraDanza.
Nell’atmosfera molto raccolta del foyer del Museo Pascali in scena un  lavoro molto originale del coreografo romano Michele Pogliani, con la sua compagnia MP3 Dance Project, ispirato e dedicato alla figura di San Sebastiano il martire guerriero “Je ne suis pas Sébastien”, Il racconto di  una  santità improvvisa e  illuminante.
Lo spettacolo di grande impatto emotivo  è stato realizzato con la drammaturgia di Andrea Fabbricino, Michele Pogliani e Giovanni Marino, sostenuto dal visual design  Luca Attili, costumi e scenografia di Tiziana Barbaranelli, il sound design di Maurizio Bergmann, la voce recitante di Stefano Brudaglio e il coordinamento di produzione di Fabrizio de Angelis.

Punto di partenza di questa produzione è il poemetto della scrittrice e poetessa Silvia Bre, intitolato «Sempre perdendosi» (2006), testo scritto per l’attore e autore Alfonso Benadduce. Il suono della poesia si fa strada così  nel teatro e nella danza per declamare la vita di Sebastiano, martire della Cristanità.

«Ostinazione e spiritualità, guerra e redenzione, sensualità e aggressività” in questo lavoro di  Pogliani . Dopo il successo di «Relative calm», spettacolo firmato da Bob Wilson e Lucinda Childs al Parco della Musica di Roma lo scorso giugno, e dopo il lavoro intimista «Camera Obscura» da lui stesso firmato, Pogliani si concentra su questo  progetto che svela una  coreografia, irresistibile, volta al mistero e all’onirico. Pogliani ha creato questo lavoro per il danzatore Giovanni Marino, unico interprete in scena.

Maestro Pogliani com’è nata l’idea di questo spettacolo?

Fin da quando avevo 14 anni mi sono innamorato dell’icona di San Sebastiano . È stata in me un’idea sempre ricorrente fino a quando ho incontrato il giovane Giovanni, cercavo qualcuno che potesse interpretare questo ruolo iconico, dimenticato , di grande valore nella nostra storia religiosa.

Nell’utilizzo del multimediale si percepisce la figura del doppio, può dirci qualcosa in merito

Sì certo in questo caso il titolo è fondamentale. Infatti noi non vogliamo rappresentare San Sebastiano in quanto figura troppo importante e troppo integra, quasi intoccabile , il titolo, “Io non sono Sebastiano” è emblematico.

Quale messaggio  intende  veicolare?

Che tutti possiamo trovarci in un personaggio così, che tutti possiamo essere un po’ Sebastiano.
Mi sono ispirato al testo che dice proprio così: “Tutti siamo un po’ Sebastiano”.

Quindi siamo un po’ tutti martiri?

In qualche modo sì, se ci pensiamo, in questo periodo storico, c’è qualcosa per cui tutti possiamo essere considerati martiri.

In tutta la performance si percepisce la rappresentazione simbolica del cerchio perché?


Volevo rappresentare il fulcro, il continuare a guardare sempre un punto fisso, il cerchio come punto di riferimento, quello in cui si crede. Continuare a credere come faceva Sebastiano, in quella che era la sua moralità e la sua integrità. Un punto di riferimento che tutti nella nostra vita dobbiamo avere. Un qualcosa in cui credere.

Maestro Iannone vorremmo qualche notizia in più su questa rassegna

Questa è un’anteprima  di Esplorare 2023, in quanto la rassegna  vera e propria comincia ad ottobre e finisce a novembre. Si articolerà su tre teatri: il Radar di Monopoli, la Cittadella degli artisti a Molfetta e il Kismet di Bari.  Io quest’anno laverò con questi tre teatri, anche  in collaborazione con il museo Pino Pascali , dove abbiamo appena assistito a questo spettacolo di Michele Pogliani e MP3 Project. Pogliani è un artista noto  a livello internazionale, si tratta di una  prima nazionale che poi rifaremo durante il periodo del festival. Questa serata è stata sostenuta dal Teatro Pubblico Pugliese. In questa rassegna viene data l’opportunità allo spettatore di assistere a performance innovative. Non è certo la prima volta che viene utilizzato il multimediale però in questo caso, in un museo,  sincronizzato con la danza, la musica e la parola, viene  davvero reso unico ed originale realizzando così la circolarità  delle Arti. Sono davvero entusiasta di questa rappresentazione e soprattutto  della presenza di Michele Pogliani.

 

 

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