Ad aggravare il calo di affidabilità degli USA , ci ha pensato la vicepresidente, Kamala Harris.

Giorni fa, appena arrivata a Singapore per un impegno istituzionale, ha incontrato i giornalisti. Alla prima domanda – ovviamente sulla crisi afghana – non è riuscita a trattenere una ingiustificata , fragorosa e inarrestabile risata. Evidentemente, date le forti pressioni cui è sottoposta, le sono saltati i nervi.
I gravissimi errori della Casa Bianca stanno animando un intenso dibattito nel Paese. Sia pure in modo del tutto intempestivo, molti si chiedono: quali sono stati i criteri con cui il partito democratico ha scelto presidente e vicepresidente?

Per quanto attiene Joe Biden, la risposta è semplicissima: incarna il terzo mandato di Barack Obama.
Più complessa l’analisi riguardante la sua vice. Da senatrice non si è distinta per produttività. Sul piano dialettico non impressiona. Sicuramente non è dotata di grande carisma. Nel partito la sua carriera non è stata brillante, tutt’altro. Alle primarie è stata un disastro, la peggiore, sbaragliata in poche settimane. Allora, come fa ad essere la numero due degli USA? A scavare nel suo passato e nelle sue frequentazioni, si scopre che è molto legata a quelli che contano a Wall Street. Detto in altri termini , ai migliori amici di Hillary Clinton.
Dunque la più grande democrazia del mondo potrebbe essere nelle mani di due teleguidati?

L’opus

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *