UMBERTO BOCCIONI PITTORE E SCULTORE
Oggi ennesimo strafalcione a pagina 407 del televideo, gli ignorantoni e superpagati da noi dall’obbligatorio canone RAI fanno nascere Umberto Boccioni nel 1912.
In realtà è nato a Reggio di Calabria nel 1882 di cui oggi ricorre il 140 anniversario e colgo l’occasione per ricordarlo.
Umberto Boccioni, pittore scultore italiano, fu esponente di spicco del futurismo e il 19 Ottobre 1882 nasce a Reggio di Calabria.
Nel 1899 si trasferisce a Roma e, insieme a Gino Severini. diventa allievo di Giacomo Balla.
Ha influenzato fortemente la pittura e la scultura del XX secolo rappresentando visivamente il movimento con la sua ricerca sui rapporti tra oggetto e spazio.
Nel 1910 l’artista firma assieme ai suoi colleghi il Manifesto tecnico dei pittori futuristi, dove, tra l’altro si legge: “Il gesto, per noi, non sarà più un momento fermato del dinamismo universale: sarà, decisamente, la sensazione dinamica eternata come tale. Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido. Una figura non è mai stabile davanti a noi, ma appare e scompare incessantemente. Per la persistenza della immagine nella retina, le cose in movimento si moltiplicano, si deformano, susseguendosi, come vibrazioni, nello spazio che percorrono. Così un cavallo in corsa non ha quattro gambe: ne ha venti, e i loro movimenti sono triangolari. Tutto in arte è convenzione, e le verità di ieri sono oggi, per noi, pure menzogne. Affermiamo ancora una volta che il ritratto, per essere un’opera d’arte, non può nè deve assomigliare al suo modello, e il pittore ha in sè i paesaggi che vuol produrre. Per dipingere una figura non bisogna farla; bisogna farne un’atmosfera”.
Il reggino è stato l’anima dell’Arte Futurista e desiderava essere presente nella sua natia Calabria con una sua scultura. Dopo la sua morte avvenuta il 17 agosto 1916 a Verona, in seguito ad una caduta da cavallo, Marinetti lo volle omaggiare dando seguito al desiderio dell’artista facendo realizzare una fusione in bronzo del capolavoro in gesso boccioniano “Forme uniche della continuità nello spazio del 1913”.
Forme uniche della continuità nello spazio
Tra suoi capolavori futuristi è da ricordare “La città che sale” che fu uno dei primi capolavori futuristi, “Rissa in galleria”, “Gli addii”, “Dinamismo di un ciclista”, “Dinamismo di un footballer” seguiti da tanti altri, tra cui “Materia” che influenzò Paul Cezanne.
Boccioni nelle sue opere, seppe esprimere magistralmente il movimento delle forme e la concretezza della materia. Evitò nei suoi dipinti le linee rette e adoperò colori complementari, rimproverando al cubismo l’eccessiva staticità.
Nella sua città natale di fronte al Duomo a destra oltre la piazza sulla facciata di un palazzo sito su Corso Garibaldi è situata una lapide che lo ricorda.
Giuseppe Femiano