Era il 15 gennaio del 1908, mentre al Petruzzelli andava in onda La traviata di Verdi, In questo retrobottega, alla luce di un lume a petrolio, veniva fondata da Floriano Lutwig la Bari Football Club dando vita alla nostra passione

Così recita la stele commemorativa in via Roberto da Bari, proprio dove si trovava il retrobottega in cui il Bari fu fondato da Ludwig e dagli altri soci calciatori.

In onore dei 116 anni di storia del Bari, il Museo del Bari, in collaborazione con CasaBari e con il patrocinio del Comune di Bari, hanno organizzato una serie di eventi aperti al pubblico dal 12 al 15 gennaio, data effettiva della celebrazione dell’anniversario.

Presenti all’evento del 14 gennaio il sindaco di Bari Antonio Decaro, l’Assessore allo Sport Pietro Petruzzelli, lo storico radiocronista e giornalista Michele Salomone e per il Museo del Bari Roberto Vaira Francesco Girone e Franco Egidio.

Igor Protti ai microfoni di MediaTV ha dichiarato: “Quella del trenino è un’esultanza arrivata dal Sud America. Era appena arrivato Miguel che ci disse del fatto che dopo i gol loro erano abituati ad andare alla bandierina. Non si era capito bene se sparpagliati o se incolonnati. Insomma. Comunque in quella partita di Padova Gerson e Pedone che furono gli autori dei due gol, andarono alla bandierina.

Noi ci incolonnammo e da lì nacque il famosissimo trenino. Dico famosissimo perché in quegli anni, non solo a Bari ma in tutta Italia e in tutti i campetti anche di provincia, o la sera, i ragazzi che giocavano fra di loro spesso e volentieri, quando facevano gol imitavano la nostra esultanza che è stata tra l’altro la prima esultanza di gruppo. In precedenza c’erano le esultanze individuali, ma quella è stata veramente la prima esultanza di squadra vista qui in Italia.”

Sul famoso gol contro la Cremonese nell’annata 95’/96′: “Il secondo gol contro la Cremonese credo che sia quello che mi rappresenta in assoluto. Era una partita per noi determinante contro una diretta concorrente. Eravamo andati sotto per uno a zero, avevo fatto il gol dell’uno a uno.

Campo pesantissimo, mancavano non tantissimi minuti alla fine, io avevo già calciato in porta dal limite, l’area portiera aveva respinto, io da terra mi sono rialzato.

Insomma, in quel tiro ho messo tutte le energie che mi erano rimaste, ho messo tutta la voglia di non arrendermi, di non mollare e la palla è entrata proprio sotto l’incrocio dei pali. E’  il gol che più mi rappresenta secondo me come calciatore e come modo di interpretare il calcio.”

Per il Primo Cittadino di Bari, il Sindaco Antonio De Caro la partita più bella è stata: “La partita con la Juventus del Bari di Totò Lopez. Quando stavamo in serie C abbiamo sfiorato la Coppa Italia, ma ognuna di queste maglie che sono esposte qui è un pezzo di ricordo della storia della società di calcio.”

Roberto Vaira, fondatore e socio del Museo del Bari ci ha raccontato da dove trae fondamento questa iniziativa: “Insieme ai miei soci Francesco Girone, Gigi Franco siamo collezionisti. Abbiamo pensato diversi anni fa di mettere insieme le forze, di unire i cimeli perché pensiamo che alla fine questi cimeli si rappresentino. Comunque sia è la storia della squadra e quindi della città di Bari, pertanto è un patrimonio di tutti i tifosi, soprattutto dei più piccoli, per infondere loro la passione per il biancorosso.”
Dulcis in fundo della serata, un altro dono da parte del Museo del Bari: una nuova maglia da collezione con il numero 4 cucito a mano.

Francesco Girone del Museo del Bari ha spiegato che :” Questo è un regalo che ci siamo fatti e che idealmente facciamo alla città di Bari perché era un tassello che mancava alla nostra collezione.”

Claudia Santoro

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