di Maria Caravella
Non è facile l’incontro di generazioni differenti, dove si intrecciano mentalità e modi di pensare spesso non coincidenti. Di questo si parla al Van Westerhout di Mola di Bari in una interessante piece del regista Vito Rago.
Scritto da Menduni e De Giorgio è un testo agile e ben strutturato che delinea uno spaccato di storia italiana attraverso l’evocazione di tre generazioni. La prima, quella dei padri, che da voce a Renato Battiston, egregiamente interpretato da Maurizio De Vivo, un vecchio tipografo ex partigiano che conserva intatto l’orgoglio del suo passato, pur vivendo ormai in una inconsolabile solitudine. Unica compagnia la lettura dei grandi classici, tra cui Le Lettere dal carcere di Antonio Gramsci, il cui ritratto troneggia su una parete della sua casa. L’uomo ormai sul viale del tramonto si interroga continuamente con amarezza sui suoi fallimenti. L’incontro-scontro con la terza generazione è quella con Manuel, interpretato da Raffaele Fracchiolla, ragazzo violento di borgata, che si dichiara neonazista per noia e qualunquismo. Quest’ultimo, conduce una vita “esagerata”, spesso coinvolto in atti delinquenziali come il pestaggio di romeni, atti di rappresaglie in campi Rom, per lui espressione di insoddisfazione e disadattamento e di una quotidianità travisata. Manuel, facendo in modo incauto retromarcia con la macchina, investe l’ex tipografo, fratturandogli una gamba. L’evento inaspettato sconvolge entrambi, ma eccoli stringere un patto: Battiston non denuncerà Manuel alla polizia e in cambio il ragazzo lo curerà fino alla sua guarigione.
All’inizio entrambi sono molto impacciati, soprattutto in un atteggiamento di difesa, poi pian piano quel muro si sgretola, l’aggressività indifesa di Manuel e al suo disperato bisogno di affetto, si trasformano nella voglia di conoscere. Nasce così tra i due, un bellissimo e commovente rapporto capace di migliorare entrambi e soprattutto ridar loro la speranza. Il vecchio cerca di corregge la pronuncia di Manuel, lo sprona a cercarsi una strada nella vita, il ragazzo che si accorge così che vale la pena di andare al di là della violenza. Nella performance la seconda generazione, considerata anello di congiunzione, è Aurora, interpretata da Gemma Ingravallo, la figlia di Battiston che ha fatto parte delle Br e che il padre, nell’intento di salvarla, ha denunciato alla polizia, creando invece tra i due una frattura insanabile. Da anni ormai la donna vive in Africa come medico volontario e non ha mai risposto alle lettere del padre, ma improvvisamente, un telegramma ne annuncia il ritorno a casa. .. Una regia intensa e mirata a valorizzare i sentimenti, quelli veri, capaci di migliorare se stessi e gli altri. Uno spettacolo divertente ma allo stesso tempo carico di pathos e commozione che invita alla riflessione.
“Farà giorno” regia di Vito Rago con Maurizio De Vivo. Raffaele Fracchiolla e Gemma Ingravallo, sarà di nuovo in scena al Teatro N. Van Westerhout di Mola ore 20.30 ingresso ore 21.00 Domenica 15 – Giovedi 26 – Venerdi 27 – Sabato 28 – Domenica 29 MAGGIO 2022. Per Info e prenotazioni rivolgersi al 348.8734671 oppure inviare una email a tuttinscenateatro@libero.it