Putin moribondo? Non si direbbe
Il  Segretario alla difesa americano l’altro giorno ha chiamato il suo ministro omologo a Mosca. Buon segno. Finalmente tutti hanno capito che in guerra sono Stati Uniti e Russia. Quindi Zelynsky non va a braccio: interpreta la sua parte seguendo rigorosamente il copione del “Servitore del popolo“.
Ieri sono accadute cose molto importanti. Si è consumato l’ennesimo flop made in Europe: saltate ancora una volta le sanzioni energetiche contro la Russia. Orban si espone, ma alle sue spalle c’è un silenzioso corteo di veri gentiluomini fra cui italiani e tedeschi: gente che ama goder tacendo!
Su un altro piano, quello dei nuovi ingressi nella Nato, sembra che Erdogan non intenda accogliere Finlandia e Svezia con palloncini, festoni, tric trac e stelle filanti: tutt’altro! A morte  quei Paesi che,  secondo lui, cullano i suoi odiati nemici curdi.
In una giornata in cui gli eventi certamente non sono mancati, si aggiunga un fatto clamoroso: tutti i Paesi europei si sono resi conto che il piatto (leggasi prodotto interno lordo) piange e non è possibile fare a meno del gas russo. Non solo, ricorrendo ad un vergognoso escamotage, tutti lo pagheranno in rubli: così come impone la Russia.
Ricapitoliamo. Il Pentagono chiama il Cremlino per cominciare a parlare di Pace. Bloccate le sanzioni europee all’acquisto del petrolio dalla federazione russa. Per ora, meglio non parlare di Finlandia e Svezia nella Nato se si vogliono evitare… cose turche. Gas pagato sull’unghia a rubli sonanti. Infine a Mariupol, l’ardito battaglione Azon, ha dovuto ammainare la bandiera ucraina che garriva sul siderurgico: al suo posto issata quella bianca della dignitosa (?) resa.
Chi ha detto che a Putin sta andando tutto storto?
L’opus

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