di Maria Caravella

Uno spettacolo da rivedere ma soprattutto riascoltare, stiamo parlando di Effe Pi, – Nanda che ci ha portato l’America – un reading/performance che ricalca la vita della grande Fernanda Pivano, in scena al Piccolo Teatro “E. D’Attoma” di Bari. La piece è tratta da un testo di Francesca Palumbo, regia di Maurizio De Vivo, musiche di Enzo Granella e Marcello Maggi.
Il Reading su ,”la Nanda” si muove attraverso le sue esperienze, la sua passione per la letteratura americana, gli incontri, le sue traduzioni preziose, l’amore per la musica e il suo impegno,  ma anche tra le sue contraddizioni, i suoi timori e le sue fragilità.
Effe Pi attraversa il pensiero e le emozioni di  Fernanda Pivano. La ricorda cercando di farla  apprezzare al pubblico per quello che era, una donna, non solo dal grande bagaglio di conoscenze, ma soprattutto per averci aperto nuovi orizzonti.

Dietro le quinte abbiamo incontrato Francesca Palumbo e Maurizio De Vivo

D.  Francesca Palumbo, com’è nata l’idea di questo spettacolo?

R. L’idea dello spettacolo è nata dal mio desiderio di dare (letteralmente) voce a Fernanda Pivano, una donna a cui dobbiamo essere profondamente grati e della quale, a mio parere, non si è mai parlato abbastanza. Farla conoscere al pubblico per me è stato molto importante, immaginando un dialogo intimo e serrato tra me e Maurizio, grande attore professionista, che oltre a recitare il ruolo di varie figure di rilievo, per Pivano,  ha sapientemente curato anche la regia dello spettacolo; attraverso approfondimenti e tante informazioni sulla vita e le grandi capacità de ‘la Nanda’, è emerso un copione che sviscera tante sfaccettature interessanti della sua ricca personalità. Portarla a teatro è stato il mio modo personalissimo di ringraziarla per tutta quella parte di letteratura e controcultura americana che lei, con coraggio e talento, è stata capace di farci conoscere. La supervisione e professionalità di Maurizio, e tutti i suoi preziosi suggerimenti per riadattare  al meglio il testo in vista di una efficace messa in scena, è stata per me fondamentale!
L’aggiunta di interventi musicali ad hoc e la bravura dei musicisti ha conferito ulteriore valore al lavoro mio e di Maurizio, teso a rendere godibile e fruibile il nostro reading/ performance Effe Pi.

D. Maurizio De Vivo, come ha proceduto nell’adattamento del testo di Francesca Palumbo trasformandolo  in un Reading/performance?

R. Francesca Palumbo è una scrittrice e non ha molta dimestichezza con la drammaturgia e il teatro, avendo maggiore esperienza io in questo settore, ho cercato di adattare il suo testo facendo i dovuti tagli e adattamenti per un reading/performance, in modo da renderlo fluido,  scorrevole e incalzante; cercando di costruire un dialogo in modo che ci fosse qualcuno a fare delle domande e la Pivano a rispondere.

Si tratta della sua prima regia? Come valuta questa esperienza?

Non è la mia prima regia, ho debuttato  già nel mio monologo “L’avventura di un soldato” di cui sono anche interprete. Ci sono state molte altre occasioni in cui mi sono avvicinato alla regia anche se non direttamente ma dando semplicemente un contributo nella realizzazione di altre performance.

Com’è stato dirigere se stesso?

Valuto l’esperienza molto formativa, è stato molto bello realizzare la regia per se stessi, Serve a conoscersi meglio.

A che tipo di pubblico è rivolto principalmente Effe Pi?

Sicuramente ad un pubblico trasversale. La Pivano attraversa la storia del Novecento, ha conosciuto diversi personaggi tra cui Pavese, Hemingway, Bob Dylan e De Andrè. Ha avuto una vita artistica e sociale intensa, incrociando numerose generazioni. Pertanto ribadisco che il pubblico di riferimento può essere sicuramente eterogeneo.

Se dovesse rivolgere un invito ufficiale, quali parole indirizzerebbe ai potenziali spettatori di Effe Pi?

Ai potenziali spettatori direi venite perché si tratta di un racconto di vita, perché tocca le corde più intime, perché è un viaggio, è una storia durata 70 anni, è un excursus davvero interessante e coinvolgente

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