Il calcio italiano, patria di emozioni contrastanti e storie drammatiche, ha assistito ad un destino nefasto per la SSC Bari. Il club, protagonista di un’avventura affascinante nella Serie B, ha subito una svolta tragica sotto l’egida dei De Laurentiis. Un articolo di “SooFootdi Tristan Pubert rivela il dietro le quinte di come il clan ha trasformato il sogno biancorosso in un incubo senza fine.

Nell’estate del 2018, mentre la Francia festeggiava la sua seconda stella e la Juventus accoglieva Cristiano Ronaldo, il Bari, una volta glorioso, navigava in acque agitate della Serie B. Il 16 luglio 2018, il destino del club cambia radicalmente. Con un debito di 12 milioni di euro, la “Vecchia Stella del Sud” viene dichiarata fallita e retrocessa amministrativamente in Serie D. Il salvatore sembra emergere da Aurelio De Laurentiis, proprietario del Napoli, che promette un ritorno immediato alla gloria.

Sotto la guida dei De Laurentiis, il Bari risorge e torna in Serie B. Tuttavia, il sogno di promozione si infrange nella finale dei play-off contro il Cagliari. Nonostante la delusione, sembra che il Bari abbia ritrovato la sua grandezza, ma il destino aveva altri piani.

(foto SSC BARI)

Il progetto promettente inizialmente si trasforma in caos. Il Napoli preleva due elementi chiave dal Bari, il portiere Elia Caprile e l’attaccante Walid Cheddira, indebolendo gravemente la squadra. Giosè Monno, giornalista e tifoso, denuncia queste cessioni come “inesplicabili” e dannose economicamente. Ironia della sorte, i giocatori sono poi prestati a Frosinone ed Empoli.

Mentre gli avversari si rafforzano, il mercato del Bari stagna, e il disappunto cresce tra i tifosi. La gestione del club da parte dei De Laurentiis si trasforma in un fallimento, con l’esonero di Michele Mignani, artefice del successo del club. La squadra, ora lottando per la salvezza, è in rosso finanziariamente, aggravando ulteriormente la situazione.

La delusione si traduce in scontento tra i tifosi, con fischi che risuonano nello stadio San Nicola. Giosè Monno afferma: “Bari è un club mitico del calcio italiano, va rispettato”. Tuttavia, la sorpresa peggiore è ancora in arrivo.

Nelle dichiarazioni shock di Aurelio De Laurentiis, il Bari viene definito nient’altro che una succursale del Napoli. Luigi, figlio di Aurelio e presidente del Bari, si dissocia pubblicamente da queste parole, ma la frattura è già aperta. La Curva Nord reagisce con veemenza, esigendo un cambiamento nella direzione.

Il Bari, con la sua storia e identità, rifiuta categoricamente di essere una “seconda squadra”. La situazione è critica, e i tifosi chiedono una nuova leadership per salvare il club dalla deriva imposta dai De Laurentiis. La Vecchia Stella del Sud, una volta splendente, ora affronta un tramonto oscuro sotto il dominio di chi prometteva un nuovo inizio.

Enzo Lasorella

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