A fine mese, tenendo fede ad una sua promessa, Boris Johnson urlerà ai sudditi di Elisabetta: “Liberi tutti”. Governanti del Nord Europa lo hanno anticipato di qualche settimana. Isabel Ay Uson, governatrice popolare di Madrid ha stravinto le recenti elezioni conducendo una campagna elettorale al grido di “no Lock Down”.
In Israele, acquisita la necessità della terza vaccinazione, si sta già pensando alla quarta e magari non sarà l’ultima. Da noi, in queste ore è partita la terza inoculazione per i soggetti più fragili e si sta valutando l’ipotesi dell’obbligo vaccinale.
Chi legge i giornali e vede la TV, sta precipitando in uno stato di profonda prostrazione da confusione. Poi, siccome non ci facciamo mancare mai niente, emergono perplessità e contraddizioni. Sempre i giornalisti (delinquenti!) ci fanno notare che i medici e i parasanitari sono stati i primi ad essere vaccinati – si cominciò a gennaio -, si starebbero esaurendo le loro difese. Se a questo si aggiunge il fatto che migliaia di sanitari si sono apertamente dichiarati No Vax, la domanda sorge spontanea: chi sfortunatamente dovesse varcare la soglia di un ospedale, potrebbe ritenersi al sicuro, almeno dal covid? Dotare medici e infermieri di tamponi rapidi salivari, non sarebbe una buona idea? Perché sputarci sopra.
L’opus

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