E’ andata in scena giovedì 28 settembre , alle ore 20:00, nell’auditorium del Centro polifunzionale “Casa delle Culture” ,finanziato con fondi PON Metro 2014-2020 dall’assessorato al Welfare del Comune di Bari e gestito dalla cooperativa sociale Medtraining in ati  con la cooperativa San Giovanni di Dio, la rappresentazione teatrale “L’isola delle farfalle”, esito del laboratorio di teatro socioculturale condotto da Andrea Cramarossa del Teatro delle Bambole, “Del vento e della Carne- I Dialoghi della Luna” giunto al suo terzo anno.

Direttore artistico dello spettacolo, Andrea Cramarossa è anche poeta, regista, attore poliedrico, abile nello spaziare dal teatro al cinema.

Il tema portato in scena è quello del viaggio, dell’avventura, della possibilità di raggiungere una fantomatica isola ricca di meraviglie tutte da scoprire.

Il senso della scoperta di terre nuove, selvagge e senza alterazioni frutto della manualità dell’uomo porta ad uno sprigionamento dell’immaginazione che approda ad una realtà onirica al cui interno solo le farfalle comprendono il linguaggio universale dell’appartenenza a un unico cosmo senza confini e senza limitazioni al canto e alla poetica parafrasi del sé.

Ai microfoni di Media TV racconta: “La sensazione rilasciata dalla visione dello spettacolo è frutto di un lavoro fatto sul toccare delle cose dentro di noi ataviche, antiche e dimenticate ma fortemente connesse alla natura e alla parte più intima di noi stessi.”

Hanno partecipato a questo progetto tutti coloro che hanno sentito al proprio interno la necessità, di rimettersi in gioco dando voce a quella voglia di compiere un meraviglioso quanto profondo viaggio interiore.

L’isola delle farfalle è stata scritta, disegnata ed interpretata da: Lucio Babudri, Francesco Calò, Precious Chinda, Barbara Cusumano,Federico Gobbi,  Jean Pierre Haba, Pasqua Morcavallo, Stephane Ngonna Yamdjeu, Enrico Recchia, Francesco Scatolino, Ilaria Sparacimino.

Tutto è stato curato nei minimi dettagli: luci, intensità vocalica che alternava momenti di bassi ed altri di alti, suoni onomatopeici che hanno trasportato il pubblico nel mondo selvaggio della natura, disegni liberi, creativi ed estremamente fantasiosi, paragonabili a quelli di dolci bambini, decoravano lo sfondo rendendo il tutto un buon prodotto artistico.

Dulcis in fundo, l’espressione degli attori con lingue differenti che ha reso il tutto più omogeneo, perché è proprio nella diversità che risiede il valore più autentico della bellezza.

Claudia Santoro

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