di Maria Caravella

Uno  spettacolo che ha debuttato  l’8 marzo, con un prezzo speciale sol per le donne. Un monologo interessante, ma soprattutto specchio del quotidiano,  che rivela la figura femminile nel suo intimo e nelle sue variegate sfaccettature. Sul palcoscenico del Piccolo  teatro “E. D’attoma”di Bari, la talentuosa Susi Rutigliano  ha interpretato e diretto “Piacere sono Elvira” di cui ha firmato anche il testo.  Una produzione della Compagnia teatrale Artù.

Dietro le quinte abbiamo avuto il piacere di chiacchierare con Susi Rutigliano:

Com’è nata l’idea di questo spettacolo?

In modo  graduale. Dopo la lettura di vari testi ho cominciato   ad avere un’idea. Ma nulla di preciso e definito. Mi ha sempre intrigato poter mettere in evidenza alcuni dei lati più nascosti dell’essere umano e volevo farlo alla mia maniera, con modi garbati ed ironici. Tutto può essere detto, basta farlo con diplomazia e rispetto.

Lei di questa performance cura il testo, la regia e interpreta. Come vive questi tre ruoli?

In modo naturale. Siamo tutti nella vita reale artefici di ciò che diciamo e facciamo. Non sono una regista, per questo ho voluto che il personaggio prendesse vita in modo semplice e spontaneo, come se lo spettatore  “vedesse” davvero attraverso una  finestra aperta che si affacciava su una spiaggia,  mentre si svolgevano le  azioni quotidiane. Maurizio Sarubbi , il direttore artistico della compagnia Artù , mi ha aiutata con la sua presenza e professionalità, soprattutto sotto l’aspetto della consulenza artistica.

Elvira fa  riferimento ad una popolare trasmissione  Rai  anni 70 , “Specchio segreto” di Nanni Loy, in cui si tentava di stupire gli italiani di allora  con  fatti ed eventi inconsueti,  Elvira tenta di fare lo stesso?

Se devo essere sincera non lo so, Elvira è un personaggio che al suo interno ha mille sfaccettature , a volte svampita, che vive nella sua realtà. Non ha una collocazione temporale precisa, ma mi piaceva l’idea che lei fosse rimasta al suo di tempo, intorno agli anni 60/70 in cui ho immaginato potesse aver avuto i suoi anni  migliori. E quel programma all’epoca era assolutamente unico ed innovativo.  Credo che la cosa bella sia lasciare al pubblico la possibilità di  interpretare e immaginare …

Anche se in modo indiretto tratta nel suo spettacolo il problema dell’immigrazione, cosa intende comunicare al pubblico in merito?

Bella domanda. Specifico che tutti i temi toccati nel testo sono rischiosi, scomodi e delicati. Per  questo sono stati volutamente affrontati con la “leggerezza “ del “personaggio Elvira”. Purtroppo ancora oggi di questo si sente parlare in maniera distaccata, come se la cosa non ci riguardasse. Questo forse è l’unico “messaggio”: “Attenzione alle nostre parole ed alle nostre azioni nel vivere quotidiano”. Da lì parte la vera inclusione.

Cosa avrebbe potuto fare Elvira in concreto per salvare la bambina in mare?

Tutto poteva essere fatto. A partire dalla comunicazione e dall’ empatia che è mancata fin  dall’inizio dell’incontro. Questo nella vita reale. Ma sulle tavole del palcoscenico ci si trova in un’ altra dimensione. Gli spettacoli teatrali sono tali perché riescono a mostrarci tutto e niente, vero e falso allo stesso tempo, del resto il teatro dell’assurdo ne è l’esempio.

Molto attraente la percezione cromatica della locandina, come ha proceduto nella sua realizzazione?

Ho sbirciato un po’ sul web, per vedere se riuscivo ad avere qualche ispirazione , ma nulla mi attirava. Cercavo qualcosa che a guardarla mi facesse subito pensare ad Elvira. Poi casualmente in un cassetto ho ripescato una vecchia statuina ed ho avuto la certezza che fosse proprio lei, Elvira la protagonista del mio spettacolo. Così è nata, la grafica, la realizzazione vera e propria è stata opera della nostra preziosa Maria Pastore, che si occupa sempre delle locandine e di  organizzare gli eventi della Compagnia teatrale Artù.

Se dovesse formulare un invito a dei potenziali spettatori cosa direbbe per attrarli?

Come ho detto prima, mi è sempre piaciuto analizzare gli aspetti più nascosti dell’essere umano. Elvira è un personaggio che racchiude luce ed oscurità. Chi vorrà conoscerla si troverà di fronte una “ cara signora” di mezza età : solare, allegra , svampita, divertente  ma allo stesso tempo egoista e cinica. Spesso immaginiamo il nostro “nemico “ nelle classiche vesti da “cattivo” , ecco forse una cosa simpatica a cui assistere è proprio questa , la visione e la consapevolezza che nella vita ci troviamo spesso di fronte tanti e tante “ Elvira” sotto mentite spoglie.

 

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