La brigata Azov è davvero l’ultima residua espressione neonazista in terra ucraina? Lo pensavamo fino a qualche ora fa. Ovvero fino a quando alcuni redattori del quotidiano “La Verità“,, non hanno pubblicato un articolo firmato da Maria Grazia Bruzzone nel 2014 sulla Stampa. Un pezzo curiosamente sparito dal sito intorno al 24 febbraio di quest’anno e ripubblicato, a furor di popolo, diciamo pure per salvare la faccia, nelle scorse ore. Cosa dice?
Secondo la giornalista genovese, i gruppi ispirati al “Sole nero delle SS“, in Ucraina erano (e probabilmente lo sarebbero ancora) fra 34 e 50.
Tutti regolarmente inseriti nell’esercito e nelle forze dell’ordine. La Bruzzone peraltro elenca pedissequamente vita, morte, miracoli, ricchezze, privilegi e onorificenze dei 13 più importanti, diciamo pure autorevoli, leaders delle formazioni. Tutti parlamentari o responsabili di dicasteri, uomini d’affari, alti dirigenti, a capo di organismi pubblici, compreso una sedicente iniziativa scuola-lavoro destinata all’addestramento – non si sa bene a quale scopo – dei ragazzi delle scuole dell’obbligo. In definitiva, complessivamente un organismo vasto e tentacolare che, partendo da Kiev, occupava ogni centimetro quadro della vita democratica (?) del Paese. Fra l’altro la giornalista della Stampa scendeva nei dettagli e non faceva misteri sulle fonti di finanziamento e approvvigionamenti di armi alle organizzazioni parastatali: la Nato, gli Stati Uniti e il loro attuale presidente Joe Biden.
L’argomento è ustionante e facilmente vi torneremo anche perché se Mariagrazia Bruzzone non si rimangerà il tutto, sarà opportuno farsi qualche domanda in più.
Per ora occupiamoci delle eroiche gesta del battaglione Azov. Da mesi sono a Mariupol, nelle viscere del più grande siderurgico d’Europa e con loro, si dice, un migliaio di civili.
Sarebbe opportuno che l’opinione pubblica si ponesse domande molto esplicite, senza ambiguità: perché non liberare donne, bambini, anziani e feriti stremati e defedati? Un vero soldato avrebbe solo due scelte: uscire con tutti i civili a mani alzate oppure lasciare che quella gente esca e tornare a combattere fino alla gloriosa morte. Perché non lo fanno? La verità è che la brigata non sta proteggendo quei civili, al contrario quella gente è diventata il loro scudo umano: ostaggi della loro viltà, una vantaggiosa alquanto conveniente assicurazione sulla vita!l
L’opus

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