BARI  – Il  Museo civico con la cerimonia “Isabella d’Aragona e i Tanzi”, integra l’albero genealogico dell’illustre famiglia
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BARI – Il Museo civico con la cerimonia “Isabella d’Aragona e i Tanzi”, integra l’albero genealogico dell’illustre famiglia

di Maria Caravella

In data12 aprile 2024 la contessa Matilde Tanzi di Blevio consegnerà al Museo civico di Bari l’integrazione all’albero genealogico della sua famiglia. La cerimonia “Isabella d’Aragona e i Tanzi”, si svolgerà alle ore 17:30 presso la sede del Museo civico di Bari Strada Sagges, 13. Interverranno il Dottor Francesco Carofiglio, direttore del Museo Civico; la Prof.ssa Angela Campanella e l’architetto Eugenio Lombardi.

MediaSud ha incontrato la Nobildonna, contessa Matilde Tanzi e le ha chiesto delle informazioni su questo antico ed illustre casato.

D. Da chi è partita l’idea di realizzare questo evento?

R. Da me, in quanto al Museo civico di Bari già è  presente una collezione Tanzi permanente,  donata da Carlo Enrico Tanzi nel 1936, che include numerosi quadri raffiguranti i discendenti della famiglia. C’è anche il libro d’oro delle nascite e delle morti e un importante quadro del Pepe che raffigura la zona dove sorge ora il Teatro Margherita ed alcune scene di guerra. Ci sono anche altri due alberi genealogici, fermi però a mio nonno e al mio bisnonno, in cui è inserito solo mio padre, io non sono presente e neanche mia zia. Per questo ho ritenuto opportuna, questa integrazione per chiarire che la famiglia non si è estinta quarant’anni fa con la morte di mio padre ma continua con me.

D.  Vuol parlarci delle relazioni tra il suo casato e la città di Bari?

R. Di questo parleranno ampliamente i relatori, anche con l’ausilio di riferimenti storici dettagliati, comunque posso anticiparvi che la  famiglia Tanzi  arrivò in questa città al seguito di Bona Sforza nel Cinquecento,  in qualità  di consoli di Milano a Bari. Al quartiere Madonnella di Bari è presente una strada intitolata a Carlo Tanzi (1755-1808), poeta e letterato, che fu sindaco dei Nobili di Bari dal 1789 al 1791 e dal 1799 al 1801 con una breve interruzione durante la Repubblica Napoletana del 1799.
Nella dimora dei Tanzi è stato ospite Murat per realizzare il Progetto  della Bari Murattiana. Poi c’è stato un altro avo capitano della guardia nazionale, c’è anche da aggiungere che in questo palazzo storico dove io vivo, ci sono stati i moti carbonari. Una famiglia dai Natali illustri che però ha perso tutto con l’avvento  del Regno d’Italia. Avevamo anche un reddito a Triggiano che gli Aragona avevano concesso ad Enrico Tanzi, anche di questo parleranno gli esperti durante la conferenza, Quest’ultimo dopo l’Unità d’Italia fu venduto per pagare i mercenari e da allora la famiglia ha cominciato ad acquisire i toni della normalità attuale. Ricordo mio nonno il classico nobile di altri tempi nullafacente, che ha partecipato alla prima guerra mondiale e poi mio padre ingegnere ed infine io ultima discendente.

D. Lei è l’ultima dei discendenti della famiglia?

R. Sì sono io l’ultima discendente della famiglia, con me i Tanzi di Blevio si estinguono,  almeno al momento, a meno che non realizzi un’adozione,  oppure doni un domani la casa al Comune di Bari.

D. Di cosa si occupa e dove vive?

R. Sono un Giudice di pace e vivo a Bari, in quel palazzo che fu della mia famiglia , sito nel centro storico più o meno a metà strada tra la Cattedrale e la Basilica di San Nicola.

D.  Come vive la sua “nobiltà” nel XXI secolo e in uno Stato repubblicano?

R. Essere nobili oggi non ha un gran senso, è soltanto un grande peso morale che ci si porta dentro. Si vive nel ricordo dei grandi fasti del passato. Oggi il nobile ha un doppio ruolo, quello di vivere integrato nella società attuale svolgendo  un lavoro  e allo stesso tempo, mantenere  alta la moralità, che da sempre ha caratterizzato la “Grande Nobiltà”.
Un po’ come ho fatto io studiando e lavorando. Per me essere Nobile rappresenta  essenzialmente un peso. C’è per ognuno di noi  un bivio dove scegliere se aderire  alla cosiddetta normalità del contesto attuale e dimenticare tutto,  oppure mantenere il ricordo del passato,  della famiglia e dell’antica nobiltà.

D. Cosa le ha dato in più, l’appartenere ai Tanzi di Blevio?

R. Dei valori importanti che mi porto dentro e che vorrei conservare anche attraverso la diffusione di pubblici eventi come questo, che ricordano le origini della mia famiglia e la mia nobiltà, che ormai posso dire essere solo una nobiltà d’animo.

 

 

 

 

 

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