La commozione di Valerio Di Cesare: storia di un capitano che ama visceralmente la piazza
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La commozione di Valerio Di Cesare: storia di un capitano che ama visceralmente la piazza

In tutte le grandi piazze si è sempre pronti, in caso di burrasca, ad allestire un tribunale delle inquisizioni e stavolta è toccato a Valerio Di Cesare, capitano del Bari, salire sul banco degli imputati, metaforicamente parlando.

D’altronde, la grandezza sportiva di una piazza nasconde dietro quest’ultima sia tanta passione che tanta esigenza.

Nella conferenza stampa pre-match tenutasi all’interno della sala “Gianluca Guido” dello Stadio San Nicola nella giornata di ieri, 24 aprile, la prima grande anomalia ha riguardato la scelta del protagonista: non mister Giampaolo con l’ipotetica spiegazione della preparazione della partita contro il Cosenza, bensì Di Cesare.

Il nuovo tecnico del Bari, presentatosi in sala stampa solo nel post-partita di Bari-Pisa, è la seconda volta che non ha un confronto con i giornalisti in vista di un importante fine settimana.

Casualità? Forse sì, forse no.

Dal biancorosso, veterano della squadra e giocatore ampiamente stimato e idolatrato a Bari, si son cercate risposte per una stagione totalmente deludente e per le ampie voci di corridoio che son circolate negli ultimi mesi.

L’indole positiva del capitano del Bari lo ha sempre portato a vedere il bicchiere mezzo pieno, nei mesi precedenti, nonostante il giocatore conoscesse ampiamente l’imprevedibilità del calcio e delle partite che possono portarti un’annata sul carro dei vincitori e quella successiva su quello delle delusioni.

“Io ci ho sempre creduto e quest’anno se ho deciso di continuare era solo perché volevo riprovarci.

Sapevo sarebbe stato difficile, ma non così.”

Ciò che a Bari più ci si chiede riguarda la polemica Iachini.

Mister berretto, così ribattezzato dalla piazza, era arrivato nel capoluogo pugliese con l’aria, e l’aura, del salvatore della patria.

Poi qualcosa è andato storto; per Di Cesare l’allenatore ha pagato dei risultati deludenti, nulla più.

“Non è vero che c’era un mancato feeling con Iachini. In 41 anni di carriera penso di non aver mai fatto fuori un allenatore. Penso di non meritarmi questo.”

Valori umani, prima che sportivi; parole di chi si è meritato il rispetto di una piazza intera a suon di concretezza e non con fandonie.

“Io sono il primo responsabile, il calciatore è il primo che scende in campo però purtroppo pagano gli allenatori.”

Nel calcio contemporaneo dove tutte le sregolatezze son concesse, i valori sportivi stanno svanendo.

Lo spogliatoio, un tempo luogo dei segreti e dei misteri, quest’oggi si dimostra facilmente valicabile.

Cambiamenti di vedute a parte, è finito il tempo del “pour parler” e sta per giungere quello della resa dei conti, ove si spera possano esserci i diretti interessati di questo grande fallimento ad assumersi le responsabilità e non un grande capitano e giocatore che in fondo sappiamo tutti avere le mani legate.

“Adesso conta solo il Bari, la salvezza è indispensabile per tutti noi.”

Qualche breve accenno al match contro il Cosenza, una delle quattro finali che, secondo il capitano, i biancorossi dovranno affrontare.

“A Cosenza sarà tosta. Tutino per me è un giocatore forte che ha raggiunto la sua maturità sportiva.

Per noi è uno scontro diretto e dobbiamo andare a far risultato.

Non c’è più tempo e non si può più aspettare.

Dobbiamo prenderci le nostre responsabilità.”

Claudia Santoro

Foto: SSC Bari

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